Quanti di noi sono abituati a postare interessi e pensieri sui social network più popolari come Facebook e Twitter? Sicuramente l’armata del popolo sociale è più vasta che mai e condividere e scambiarsi idee è naturale come respirare.
Purtroppo però non è così in tutto il mondo, il social in Cina infatti non è libero ed esente da censure e la libera condivisione dei propri pensieri può portare a sanzioni o anche alla prigione se il governo cinese dovesse ritenere scomodo il contenuto di un post. L’ultima “vittima” del social in Cina si chiama Yang ed è un ragazzo di soli 16 anni. Yang avrebbe postato su Weibo, il “Twitter” cinese, un messaggio piuttosto scomodo che accusa le forze dell’ordine per quanto riguarda un caso di suicidio. Stando a quello che dice Yang la vittima in realtà fu uccisa dalla polizia.
Il messaggio di Yang è stato “ritwittato” più di 500 volte e questo è bastato a farlo incarcerare. La Cina ha infatti promulgato una nuova normativa il 9 Settembre che riguarda proprio i social network, censurando così il social in Cina. Questa normativa prevede che se una notizia riguardante i “pettegolezzi” è scomoda al governo e viene ritwittata più di 500 volte o condivisa da più di 5000 persone, il suo autore venga incarcerato. Molte persone che hanno condiviso il messaggio di Yang se la sono cavata con una multa, ma l’autore del post non è stato altrettanto fortunato.Il governo cinese afferma che la normativa serve a limitare la diffusione di notizie false, ma i giovani di Weibo vedono questa norma come un tentativo di limitare il social in Cina visto che avere un messaggio ritwittato più di 500 volte è molto semplice.
Il social in Cina ha sicuramente molte più regole da seguire rispetto ad altri paesi, ma basterà questo per fermare la voce dei tanti amanti del social?